Cara Chelita,
La mia risposta è affermativa alla domanda se le tue opere in alluminio abbiano la dolce e misteriosa trasparenza di madre natura;
sono preziose dediche a grilli, api, farfalle.
Ma quando si introduce nel repertorio la presenza degli Angeli, il territorio scenico cambia sostanzialmente.
A questo proposito, voglio qui citare alcune righe di Harold Bloom, critico letterario recentemente scomparso, tratte dal suo prezioso saggio Anatomy of Influence, che sembrano indirizzare i versi che ti ho dedicato: "Criticare nel vero senso di il termine equivale a pensare in modo poetico a pensiero poetico”.
Vale a dire, se usassi la solita prosa, le tue creature poetiche rimarrebbero in uno stato di silenzio permanente, in una condizione statica anonima.
E l'osservatore sarebbe completamente privo di rivelazioni sulla loro filigrana spirituale.
Vesti l'Arcangelo di tua conoscenza,
aprendosi alle bianche ali del vento,
tra le sbarre immanenti dell'incerto,
vedrai di nuovo la casualità dell'esistenza.
Fiammifero amoroso allo specchio,
vortice di maturità dell'uomo,
mentre l'angelo si addormenterà stupito
sfoglierai la castità della partitura.
Ascolta il concerto per violino,
osservando la viola del respiro.
l'angelo realizzerà il tuo destino,
raccontandoti le cronache celesti
di putti di modeste piume
dedicato all'alba ad intonare le lire,
soffice nuvola arie di conforto
nell'infinito mutare del Giardino.
Canzone della rapsodia del mattino
flauto magico lungo le aiuole,
sospira l'angelo giallo canarino
Il cielo nasce da mille azzurri,
dove suonano le corde della lira.
Paolo Levi